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SONO O NON SONO QUELLO CHE PENSO?

SONO O NON SONO QUELLO CHE PENSO?

Quante volte qualcosa ci va storto e iniziamo a sentire sensazioni di stress e irritabilità? In questi casi spesso ci capita di iniziare a riesumare vecchi rimpianti o a preoccuparci per il futuro. Il nostro “giudice interiore” inizia a dirci che è colpa nostra, che dovremmo metterci più impegno, che forse dovevamo fare le cose in modo diverso. E così si entra in un loop infinito di recriminazioni e autocritiche, accusandoci di non essere quello che vorremmo essere e accrescendo la discrepanza che esiste tra il “Sé reale” (quello che siamo) e il “Sé ideale” (quello che vorremmo essere).

Il nostro cervello, essendo una macchina automatica e velocissima, inizia ad accedere a ricordi in cui abbiamo vissuto sensazioni simili per aiutarci a trovare una strategia che ci renda in grado di affrontare quello che ci sta accadendo. Quello che, però, può accadere è che non riusciamo a fermare questa associazione di pensieri, lasciandoci trascinare da questo flusso di pensieri auto-aggressivi che minano gravemente la nostra autostima. Più crediamo ad essi, più acquisiscono potere e la nostra energia inizia a risentirne.

Ma perché lasciamo che i nostri pensieri negativi si ingrandiscano nella nostra mente pur sapendo che ci fanno male?

Perché quando insorge un pensiero negativo ci chiudiamo in noi stessi e lasciamo che si attivi quel turbine di negatività dentro di noi, dimenticandoci che noi abbiamo il potere di ridimensionare quel pensiero e tutte le sensazioni negative che ne conseguono.

Ma è possibile eliminare un pensiero?

“Se io ti dico non pensare agli elefanti a cosa pensi? Agli elefanti!”

Questa famosissima citazione tratta dal film Inception ci spiega in maniera molto chiara che più pensiamo di non dover pensare a qualcosa e più questo pensiero prenderà spazio nella nostra mente. Quello che ci chiediamo ora, quindi, com’è possibile eliminare davvero un pensiero?

Non si può.

Non possiamo eliminare un pensiero semplicemente imponendoci di farlo, perché in quel preciso istante stiamo dicendo a noi stessi che quel pensiero ha potere su di noi, sulle nostre sensazioni, emozioni e credenze.

Dobbiamo ricordarci che i pensieri sono fugaci e che il nostro cervello agisce secondo un processo di economia cognitiva, selezionando gli oggetti nella mente sulla base della frequenza con cui vengono pensati.

Non possiamo eliminare un pensiero, ma possiamo ridimensionarlo e lasciarlo andare utilizzando alcune strategie.

In che modo?

Praticare la consapevolezza

La nostra mente, quando si tratta di pensieri negativi e, in alcuni casi ricorrenti, subisce alcune distorsioni cognitive, ovvero quei modi errati che abbiamo di processare le informazioni presenti nell’ambiente dando interpretazioni distorte della realtà e generando diverse conseguenze negative. Alcune distorsioni cognitive che la nostra mente mette in atto sono la generalizzazione (ho sbagliato un attacco ad una partita di pallavolo, non riuscirò mai ad essere un* brav* pallavolist*!), la personalizzazione (è colpa mia se in azienda le cose non vanno bene), la catastrofizzazione (ho sbagliato una cosa a lavoro, verrò sicuramente licenziat*) e tante altre.

Essere consapevoli del fatto che la nostra mente, con il pilota automatico, mette in atto questo tipo di meccanismi ci aiuterà a selezionare quale di questi stiamo sperimentando e a ridimensionare l’impatto del pensiero in questione, riuscendo a re-interpretare ciò che ci circonda avvicinandoci a quella che è la realtà.

Coltivando relazioni interpersonali stabili e positive

Il semplice fatto di chiamare o bere un caffè con una persona significativa per noi, esternando il proprio pensiero, può contribuire a ridimensionarlo.   

A: “Deve esserci qualcosa di sbagliato in me, oggi alla riunione di lavoro ho detto una grandissima cavolata, in quel momento avrei voluto sprofondare, sono una buona a nulla!”

B: Capita a tutti di dire cavolate alle riunioni, ma questo non fa di te una buona a nulla, solo che sei umana anche tu! Sei in gamba e poi ti sei dimenticata il gran figurone che hai fatto la scorsa settimana con quella proposta?”

A volte quando abbiamo un pensiero fisso ci focalizziamo su quello senza poter avere una visuale di 360 gradi, riusciamo a vedere solo ciò che circonda e si associa al nostro pensiero dimenticandoci che siamo tanto altro. Una persona che ci conosce bene può restituircela e ricordarci che un pensiero relativo a un evento non definisce la nostra persona

 

Agire

In tutte le sue forme. Correre, cucinare, fare sport, ballare, cantare, cucire, disegnare, dipingere e tantissime altre azioni. Fare e agire permette al corpo di prendere il comando e far “riposare” la mente. Immaginiamoci proprio di correre e lasciare dietro tutti i pensieri che ci assalgono. Il movimento è un toccasana quando si tratta di pensieri fissi e ricorrenti, ci aiuta a schiarire la mente per poter, in un secondo momento, rileggere e interpretare i pensieri in modo più consapevole e dar loro il giusto spazio e il giusto significato.

Usare il corpo

Spesso sottovalutiamo il potere del nostro corpo pensando che il nostro cervello sia ciò che ci permette di sopravvivere e avere successo nella vita, ma il corpo, in realtà, ci dà delle informazioni preziosissime e può essere grande fonte di benessere.

Sorridere, cambiare postura assumendone una di apertura, alzare la testa, raddrizzare la schiena, alzare le sopracciglia sono tutte azioni corporee che possono influenzare la nostra mente in maniera non indifferente. Se proviamo a sorridere a comando ci accorgeremo che qualche cosa cambia dentro di noi. Assumere una posizione “positiva” con il corpo aiuterà a liberarsi della negatività che il pensiero trasmette al nostro corpo riuscendo a dare il potere alla nostra mente di osservare i pensieri con più chiarezza e a interpretarli correttamente in relazione alla nostra realtà.

Queste sono solo alcune delle strategie che si possono mettere in atto per vivere meglio con i propri pensieri e aiutarci a non vederli come un qualcosa contro cui combattere, ma qualcosa da capire e da lasciare andare usando il corpo, circondandoci di persone, praticando la consapevolezza e agendo.

I pensieri sono qualcosa che ci accompagnerà per tutta la nostra vita, instaurare un rapporto positivo con noi stessi e con la nostra mente è fondamentale per poter osservarli come un qualcosa utile per vivere la nostra quotidianità, raggiungere i nostri obiettivi e superare situazioni di impasse, ma non come un qualcosa che definisce la nostra persona.

Quindi sono o non sono quello che penso? 

Articolo scritto e ideato dalla Dott.ssa Najoua Meddad specializzata in Psicologia per il Benessere, Empowerment e Tecnologia Positiva https://www.linkedin.com/in/najoua-meddad-60460b174/

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